Ancorare e salpare alla fonda



Ancorare

Scelta del luogo dove dar fondo: il fondale deve essere un «buon tenitore».
Generalmente il fondale sabbioso o fangoso è quello più idoneo.
Un pò meno buono è il fondo pietroso o con alghe, dove l'ancora può non prendere bene e arare o addirittura scivolare.
Assolutamente sconsigliabile il fondale roccioso, perchè sullo scoglio l'ancora o saltella senza far presa o si incastra e la lasciate in regalo a Nettuno.

L'imbarcazione deve avere un velocità minima, con la prua al vento (o, se esiste ed è prevalente, alla corrente) e potete dare l'ordine fatidico: «fondo!».
L'incaricato lascia cadere l'ancora che con un bel tonfo si infila sott'acqua e scende veloce...
È il momento di dare indietro per fermare l'abbrivo e avere così il cavo o la catena che scende verticale.
Sapete quant'è il fondale e filate quindi una lunghezza di calumo pari a tale valore, in modo che questo rimanga praticamente verticale.

Date allora un pò indietro, tanto per abbrivare la barca facendo bene attenzione a non trascinare il cavo (o la catena) ma di lasciarlo svolgere via via che andate indietro. 
È l'operazione più delicata, perchè può non essere facile rendersi conto del corretto filaggio del calumo: se filate poco e la barca è abbrivata indietro potreste trascinare l'ancora che ancora non fa buona presa: ve ne dovreste accorgere perchè il cavo viene in forza e si tende eccessivamente; se filate troppo c'è il caso che il cavo si abbisci sull'ancora stessa creando un groviglio, addirittura impedendole di far presa. 
Filando tanto quanto la barca arretra è la maniera corretta.
Se tutto procede bene bisogna filare una lunghezza di calumo appropriata al tipo di ancoraggio, in funzione soprattutto di due fattori: lo stato del tempo (vento e corrente) e la durata della prevedibile permanenza.

Se si tratta di una breve sosta, giusto il tempo di fare una nuotata, la lunghezza di calumo può essere non eccessiva, comunque mai meno di tre volte la profondità. In questo caso a bordo deve rimanere sempre qualcuno in grado di prendere gli opportuni provvedimenti in caso di cattiva tenuta: non fate cioè lo sbaglio di abbandonare la barca fidando nella buona tenuta per poi vederla scarrocciare pericolosamente verso altre barche o, peggio, verso qualche secca.

La lunghezza di calumo consigliabile è da quattro a sei volte la profondità, per il semplice motivo che, qualora il cavo venga in forza, la catenaria sia la minima e non rischi di spedare l'ancora.
Se il tempo non è molto buono, o perlomeno le condizioni di mare e vento tendono a mettere in forza il cavo è bene allungare il calumo, sempre per il motivo dianzi detto.

E se il tempo peggiora ancora? Non c'è dubbio: salpate e andate in mare aperto. 

Meglio affrontare il mare con la barca che governa che lottare con un ancoraggio precario. 
E potete inoltre cercare un altro ridosso. 

Mentre siete alla fonda ricordate che bisogna esporre il segnale relativo a tale condizione. 
A questo proposito ci sembra già di sentire il coro di ironici commenti circa la prescrizione («ma chi l'ha mai visto?) del pallone nero che segnala la fonda di una nave, piccola o grande che sia.

Ormeggio corretto


Il cavo è tenuto rasente il fondo da un peso (potrebbe essere una seconda ancora o semplicemente un tratto di catena pesante).
Abbiamo filato abbastanza cavo (o lo abbiamo appesantito, se lo spazio è poco) da vincere la forza del vento che non riesce a sollevarlo dal fondo.
In questo modo l'ancora resta affondata nella sabbia e non ara.
L'errore più comune è quello di filare poco cavo.
Il cavo serve a tenere l'ancora adagiata in posizione corretta.
Poco cavo o un cavo troppo leggero sono garanzia di cattiva tenuta.


Da evitare


Dopo aver gettato l'ancora non abbiamo fatto filare abbastanza cavo.
Il vento, spingendo la barca, solleva il cavo dal fondo che a sua volta, salpa l'ancora.
L'ancora non riesce ad affondare nel terreno e la nostra barca andrà alla deriva.

L'operazione inversa: salpare

C'è poco da dire: evitate di alarvi sull'ancora. Infatti in questo caso si rischia di danneggiare l'argano elettrico (chi ce l'ha) o di farsi male alando a mano e naturalmente faticare senza ragione, o di far avere degli strattoni al cavo, che possono danneggiare il cavo stesso o qualche struttura di bordo (bocche di rancio, bitte e simili) soprattutto a causa degli inevitabili movimenti della barca dovuti al mare anche quasi calmo.
Venite piano avanti con leggeri colpi di motore in modo da recuperare semplicemente l'imbando fino a quando l'ancora lascia e viene a picco (cavo verticale). Allora si può mettere in moto regolarmente.