Acqua dolce, energia elettrica e telefonini.

Per quanto grande, una barca a vela trasporta una quantità limitata di acqua dolce, tanto che se utilizzata con un'ottica domestica scompare in un tempo sorprendentemente breve.
Nelle crociere brevi ciò non è affatto un problema, lo può diventare invece se la permanenza a bordo è più lunga.
Non tutti i porti dispongono infatti di colonnine per il rifornimento idrico e nei mesi estivi l'acqua in mediterraneo è un bene assai raro.
Con un poco di attenzione il problema si risolve: tenere aperti i rubinetti dei bagni e della cucina per il tempo strettamente necessario, utilizzando un bicchiere per lavarsi i denti e tenendo chiuso il rubinetto della doccia mentre ci si insapona.

Quando si naviga a vela l'energia elettrica a bordo viene fornita da una serie di grandi batterie a 12 volts che alimentano tutti i sistemi della barca. In porto invece, quando possibile, l'impianto elettrico viene collegato alla normale presa da 220 volts.
A bordo sono presenti delle prese per l'impianto a 220 volts uguali a quelle di casa per cui ricaricare telefonini od altri dispositivi non è un problema. Per la ricarica dei telefonini, se possibile, conviene comunque portare la presa dell’accendisigari.

A proposito dei telefonini, è bene ricordare che una delle ragioni per le quali si sceglie la vacanza in barca, su una piccola isola flottante, con pochi amici e il mare, è ritrovare un po’ di quel silenzio interiore che la civiltà con i suoi rumori ci sottrae.
Certo il telefonino è uno strumento di libertà oltre che di comunicazione: consente una sorta di ubiquità. Ma il trillo di un telefono può essere portatore di gioia come rappresentare un fastidio per sè o per gli altri.
Inoltre, a bordo, il telefonino è un contributo importante alla sicurezza da cui l'importanza di mantenerlo carico.
Per queste ragioni è bene utilizzarlo "con grazia" e nel rispetto di tutto l'equipaggio.