- lo scafo, che genera il sostentamento e la galleggiabilità per l'equipaggio e le cose trasportate;
- la velatura, che genera la propulsione;
- il timone, mezzo di governo indispensabile per condurre l'imbarcazione e fondamentale per il funzionamento sinergico dell'insieme barca, vento, acqua.
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Quando il profano parla di barche, si riferisce generalmente a scafi, infatti nella cultura media uno scafo senza remi, senza motore o senza vele é, per i più, sempre e comunque una barca.
Nel mondo della nautica, in senso consumistico il concetto é lo stesso, ma nel gergo marinaresco una barca prende il nome dalle molteplici combinazioni che si possono ottenere con tipologie diverse di scafi e organi propulsori:
Nel mondo della nautica, in senso consumistico il concetto é lo stesso, ma nel gergo marinaresco una barca prende il nome dalle molteplici combinazioni che si possono ottenere con tipologie diverse di scafi e organi propulsori:
- motoscafi, pilotine, entrobordo, fuoribordo, ecc... se la propulsione é a motore;
- sloop, cutter, yawl, golette, derive, ecc... se la propulsione é a vela;
- motorsailer o motovelieri se la propulsione é mista.
La linea di galleggiamento è la linea che il pelo libero dell'acqua disegna sullo scafo che galleggia e che divide lo scafo in due parti:
- l'opera viva, (carena), sotto il pelo dell'acqua;
- l'opera morta, (bordo libero), sopra il pelo dell'acqua.
L'opera viva é tale perché, col proprio volume, genera attivamente e continuamente, spinte verso l'alto in proporzione all'acqua che sposta galleggiando e navigando.
L'opera morta invece non contribuisce costantemente e attivamente all'equilibrio dell'imbarcazione.
Le caratteristiche di una barca veloce sono date dalla forma dell'opera viva , ancora prima che dalle vele o dal motore.
L'opera morta invece non contribuisce costantemente e attivamente all'equilibrio dell'imbarcazione.
Le caratteristiche di una barca veloce sono date dalla forma dell'opera viva , ancora prima che dalle vele o dal motore.
Diversi nomi accompagnano le varie parti dello scafo:
- Prua, la parte anteriore.
- Mezza nave, la parte centrale.
- Poppa, la parte posteriore.
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Da destra a sinistra:
- Murata di dritta, fianco destro.
- Murata di sinistra, fianco sinistro.
- Sezione di simmetria, individuata dal piano perpendicolare a quello dell'acqua, orientato longitudinalmente e passante per il centro dello scafo.
- Sezione maestra, individuata dal piano perpendicolare al piano di simmetria e a quello dell'acqua, attraversa la barca nel punto di massima larghezza.
- Chiglia
- Masconi, possiamo definirli le guance dello scafo.
- Giardinetto, si definisce così la porzione dei lati di poppa, destra e sinistra sopracoperta, prende questo nome per il fatto che sulle grandi navi del passato in questo punto, riparato dal mare durante la navigazione venivano curati vasi di piante e fiori.
- Ruote ( che possono essere di prua e di poppa)
- Dritti ( di prua o di poppa)
- Coperta, il "pavimento" della barca.
- Pozzetto, zona protetta, aperta , soto il piano di coperta, delle piccole e medie imbarcazioni ove l'equipaggio manovra.
- Tuga, rialzo della coperta a guscio di tartaruga, aumenta l'altezza dello spazio sottocoperta.
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- Lunghezza fuori tutto, é la massima lunghezza misurabile fra due piani paralleli fra loro e perpendicolari all'acqua, che tocchino a prua e a poppa i primi maggiori estremi.
- Lunghezza al galleggiamento, é la lunghezza della linea sottesa fra i due punti più estremi di prua e poppa coincidenti col pelo libero dell'acqua, cioè con la linea di galleggiamento.
- Dislocamento, é il peso di liquido spostato dalla carena, pari al peso esatto della imbarcazione.
- Stazza, é il volume del possibile carico ed é espresso in peso in quanto ci si riferisce al peso di un particolare legname che per il suo peso specifico occupava il volume di 2,88 metricubi per tonnellata.
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Gli scafi possono essere costruiti con diverse tecnologie: legno, acciaio, alluminio, fibre di vetro e resine, compositi sotto vuoto ecc..
I particolari costruttivi dello scafo possono cambiare nome a seconda della tecnica usata nella costruzione, per cui noi faremo riferimento a quelli comuni e importanti.
- Chiglia, é la spina dorsale della barca da cui partono le costole, dette ordinate.
- Ordinate, sono le costole su cui viene fissato il fasciame di legno che forma lo scafo della barca. Nel caso di imbarcazioni di materiale diverso sono semplicemente di rinforzo alla struttura.
- Puntale, é il puntello alla coperta che poggia sulla chiglia, ormai usato solo come termine riferito alla sua misura, importante riferimento nei calcoli della stazza.
- Baglio, é l'arco che sostiene la coperta, ad esso fa riferimento una misura di larghezza della barca in un punto qualsiasi della sua lunghezza. Il punto di baglio massimo é il punto sulla lunghezza della barca in cui la larghezza dello scafo é massima.
- Mastra, é il foro di coperta attraverso il quale passa l'albero della barca.
- Scassa, é il punto di appoggio dell'albero alla chiglia.
- Pagliolo, é il piano di calpestio sottocoperta.
- Sentina, é lo spazio che si trova fra i paglioli, che formano il pagliolato, e la chiglia, dove ogni marinaio conserva la scorta di acqua o di vino fresco.
- Ombrinali, scarichi acqua dalla coperta al mare.
- Boccaporti, passaggi per l'equipaggio da sopra a sottocoperta.
- Osteriggi, areazioni e illuminazioni per i vani sottocoperta.
- Prese a mare e passascafo, tutti quei fori sulla opera viva che caricano o scaricano le acque di utilizzo a bordo.
- Cubia, che vuol dire occhio, infatti nel passato era l'occhio della barca che vegliava sulla navigazione, oggi é l'uscita della cima o della catena per l'ancora o l'ormeggio.
La velatura
- Ferzo, un settore fra le cuciture.
- Penna, l'estremità superiore.
- Mura, l'estremità inferiore all'ingresso del vento.
- Bugna, l'estremità inferiore all'uscita del vento.
- Ralinga (o gratile), caduta fra penna e mura.
- Balumina, caduta fra penna e bugna.
- Base, il tratto compreso fra bugna e mura.
- Stecche, i rinforzi di materiale elastico, inseriti in apposite tasche, che aiutano la vela ad impostare il profilo alare.
- Corda, la linea immaginaria che unisce la balumina alla ralinga.
- Prese di terzaroli, sono gli occhielli che cuciti in prossimità della balumina e della ralinga a circa un terzo della altezza della vela, permettono di ridurre la superficie della velatura in caso bisogni diminuire lo sbandamento dell'imbarcazione.
- Albero, in legno, alluminio o fibre composite sostiene la vela ed è la spina dorsale della propulsione.
- Boma, tiene tesa la randa fra bugna e mura, è collegato all'albero in modo da potersi orientare sia sul piano verticale che orizzontale.
- Crocette, servono a distribuire i carichi in modo che l'albero non fletta o si spezzi sotto il carico delle vele.
- Sartiame, i cavi solitamente in acciaio che sostengono l'albero.(fanno parte delle manovre che vedremo di seguito).