Sicurezza

Navigare in sicurezza significa adottare comportamenti e rispettare regole che possono ridurre al minimo la soglia di pericolo anche in navigazioni impegnative.

Un patrimonio di conoscenze tecniche, ma soprattutto un abito mentale, che permetta allo skipper e al suo equipaggio di vivere serenamente una crociera, consapevoli di avere adottato tutte le misure necessarie a prevenire un’emergenza.

Ma anche ad affrontarla, se questa, nonostante tutte le precauzioni, si dovesse verificare.

Abbandonare la barca
I marinai inglesi amano ripetere: “Non abbandonare la nave fino a quando la nave non ci abbandona”.
Sono innumerevoli gli episodi di barche abbandonate dall’equipaggio in caso di pericolo, e poi ritrovate integre seppure senza alcun governo.
Non esiste nessun luogo più sicuro della barca fino a quando rimane a galla.
Possono esserci però circostanze in cui l’abbandono sia l’unica via.
Si tratta comunque di un fatto drammatico, spesso vissuto in condizioni pericolose dove il panico è sempre in agguato.
La preparazione all’evento è la nostra assicurazione sulla vita.
Innanzitutto, la posizione della zattera: è di fondamentale importanza una collocazione corretta per la riuscita dell’operazione.
È pesante e ingombrante. Deve essere collocata in un punto comodo da raggiungere. L’ideale è in un alloggiamento predisposto a poppa, legata con la sua sagola alla barca in modo da poterla spingere in acqua facilmente. La tuga non è il posto più protetto, esposto com’è ai colpi di mare, ma sempre meglio che chiusa in un gavone, difficile da aggiungere e da estrarre. Se proprio non è stata prevista un’apposita sistemazione sicura, molto meglio adagiarla sul paiolato del pozzetto durante le lunghe navigazioni.
Una volta messa in acqua la zattera, occorre trasferirvi l’equipaggio.
L’ideale è passare sul mezzo di salvataggio direttamente dallo scafo, senza scendere prima in acqua per evitare rischi di ipotermia.
Se si è obbligati a saltare, è bene farlo con braccia e gambe divaricate, per distribuire su più superficie il peso del corpo.
Le zattere hanno a bordo le dazioni di sopravvivenza, ma è buona norma avere a disposizione una borsa stagna già pronta ed evitare di raccogliere quanto ci può servire all’ultimo momento.
All’interno possiamo inserire un vhf portatile, batterie, un gps palmare.
Se si ha tempo, si possono trasferire sulla zattera anche indumenti e alimenti in contenitori stagni.
Una volta a bordo, dobbiamo tagliare immediatamente il cordone ombelicale, la sagola che ci tiene legati alla barca: se non ci siamo sbagliati, sta per affondare.

Sequenza di abbandono della barca


Il segnale da lanciare via radio VHF:

1. Il MAYDAY sul canale 16 del VHF ripetuto tre volte;
2. Il tipo e il nome della barca ripetuto 3 volte;
3. La posizione espressa in latitudine e longitudine o mediante luoghi di posizione;
4. L’ora;
5. L’intenzione di abbandonare e la causa dell’abbandono;
6. L’esplicita richiesta di soccorso;
7. Il numero di persone da salvare.

ESEMPIO


Acqua a bordo
Uno dei motivi per cui si può essere obbligati ad abbandonare la barca, è la presenza di una grave via d’acqua.
Prese a mare rotte, oblò difettosi, ma sopratutto falle, possono causare situazioni di grave pericolo.
Molto spesso superabili se si è stati previdenti. Per esempio, legando tappi delle misure corrette in prossimità delle prese a mare. In caso di rottura, sarà sufficiente staccare il tubo dalla presa e conficcare a martellate il tappo nel foro dello scafo.
Utilissimi sono i cunei di legno di diversa misura da incastrare nelle piccole falle.
Se lo squarcio nell’opera viva è più grande e dai contorni irregolari, si potrà cercare di intervenire con un secchio incastrato nell’apertura avvolto di stracci o vele.
Anche una vela fatta passare all’esterno dell’opera viva, sopra la falla e serrata strettamente con delle cime, può servire a tamponare il danno.
In ogni caso, la prima azione da intraprendere è quella di individuare il punto in cui si è praticata la falla.
Ci vuole coraggio a entrare in quadrato e mettersi carponi con l’acqua che sale.
Ma si deve essere consapevoli del fatto che qualsiasi manovra di svuotamento è inutile se prima non si tampona il foro.
Una falla a 10 centimetri sotto la linea di galleggiamento fa entrare 90 litri di acqua al minuto; la stessa posta a 40 centimetri ne fa entrare circa 190.

L'incendio
Anche il fuoco a bordo è da considerarsi una grave emergenza.
Le cause sono spesso riconducibili a un problema al motore, all’impianto elettrico o a incidenti in cucina.
Prevenire, in questo caso significa manutenzione degli impianti e comportamenti corretti.
Ma se l’incendio divampa comunque, occorre anche in questo caso essere addestrati ad affrontare l’incidente.
Innanzitutto conoscendo perfettamente l’ubicazione degli estintori.
Ma anche collocando un semplice dispositivo sulla paratia prossima alla cucina: una coperta d’amianto che si estrae facilmente dal suo contenitore e che può soffocare in pochi attimi un principio di incendio che altrimenti potrebbe propagarsi velocemente bruciando legno e vetroresina.
Il fuoco ha bisogno di alimentarsi. L’ossigeno è uno dei suoi cibi preferiti. Quindi occorre sottrarglielo, chiudendo oblò e osteriggi, non aprendo il vano motore se le fiamme provengono dal propulsore, ma inserendo direttamente l’augello dell’estintore nel foro praticato fra gli scalini della scaletta che porta in quadrato, chiudendo le tagliole.
Mentre l’equipaggio interviene con gli estintori sulla sorgente delle fiamme, il comandante dovrà preoccuparsi di predisporre in acqua la zattera di salvataggio nel caso fosse necessario abbandonare la barca.

Uomo a mare
Perdere un uomo in mare è la preoccupazione più forte di ogni comandante.
Un trauma insanabile se l’episodio, come molte volte accade, ha un epilogo drammatico.
Il rischio è in effetti estremo.
Spesso l’incidente capita in condizioni difficili, di notte o con cattivo tempo, quando manovrare comporta maggiori difficoltà, le possibilità di individuare il naufrago, anche con onde di modesta altezza, sono minime, e i tempi di un difficile, e spesso improbabile, recupero sono più lunghi.
Quindi, l’unica regola da osservare per evitare di cadere fuori bordo è quella di legarsi.
Una buona imbracatura, moschettoni resistenti e sicuri, una life-line che corre da prua a poppa, sono gli elementi cui possiamo affidare la nostra sicurezza di notte o con cattivo tempo.
Ma se prese tutte le precauzioni l’imponderabile accade, e si perde un uomo in mare, che fare? L’obiettivo è quello di ridurre al minimo la permanenza in acqua del malcapitato e procedere a un rapido recupero.
Sono tante le possibilità di manovra, ognuna legata alle condizioni in cui si naviga e a quelle del naufrago.
In ogni caso, al grido di “uomo in mare”, in successione di pochi secondi, si deve gettare in acqua il salvagente a ferro di cavallo la cui cima deve essere avvolta in un rocchetto, libera di scorrere e non attorcigliata come spesso si vede sulle poppe delle barche.
Un membro dell’equipaggio cerca di mantenere il contatto visivo.
La barca si deve allontanare il meno possibile dal punto di caduta.

L’importante è usare il buon senso e non consideare nulla come un dogma.
Sperimentare è la parola d’ordine. E addestrarsi.
Anche durante una crociera, dedicare qualche ora a una simulazione di recupero di uomo a mare, alla verifica delle dotazioni, al mostrare all’equipaggio come si utilizza un estintore o si indossa un giubbetto, non solo è dovere di un comandante, ma rappresenta anche un modo più rispettoso di vivere il mare e la responsabilità della sicurezza dell’equipaggio.

Prima di salpare, è necessario che tutti i membri dell'equipaggio conoscano quali sono i dispositivi di sicurezza sulla barca e come utilizzarli in caso di necessità.

I principali sono i seguenti:

Giubbotto salvagente autogonfiabile
E' un dispositivo di protezione individuale in grado di gonfiarsi automaticamente tirando una speciale cimetta studiato per salvare la vita umana ed evitare situazioni pericolose per caduta accidentale fuoribordo da un mezzo nautico o per evacuazione e abbandono mezzo.

Salvagente a ferro di cavallo
Si tratta di un salvagente appeso a poppavia dell'imbarcazione, pronto per essere lanciato ad un eventuale membro dell'equipaggio che sia caduto accidentalmente in mare. E' dotato di una lunga cima per il recupero dell'uomo in mare.

Bussola
Strumento essenziale per la navigazione, composto di un ago magnetico che si orienta sempre verso il Nord magnetico: il magnete è solidale con una rosa graduata in 360 gradi su cui si può quindi leggere di quanto la prua della barca, indicata da una linea fissa detta linea di fede, si discosta dal Nord: il tutto è immerso in un liquido apposito per attutire i contraccolpi, posto all'interno di un contenitore, di solito sferico. munito di una calotta trasparente ed eventualmente di una piccola luce per effettuare la lettura anche di notte.

Radio VHF (Very High Frequency = altissima frequenza)
E' la frequenza radio compresa tra 30 e 300 megahertz ; è divenuto sinonimo di radio per imbarcazioni in quanto è questa la gamma di frequenze utilizzata internazionalmente nella nautica. Serve a comunicare con le altre imbarcazioni, i porti, le capitanerie, la guardia costiera.

GPS (Global Positioning System)
E'un sistema per la determinazione in tempo reale della esatta posizione sul pianeta, in latitudine, longitudine e altezza: è basato sul rilevamento effettuato da uno strumento ricevente (detto semplicemente GPS) che capta e decodifica i segnali radio emessi da almeno quattro satelliti su un totale di 24 posti in orbita a questo scopo.

EPIRB (Emergency Position Indicating Radio Beacons)
E' un apparato che, in caso di pericolo per la vita umana in mare, è in grado di trasmettere in modo manuale o automatico un segnale radio che identifica l'imbarcazione e il punto in cui si trova, ad una stazione a terra che coordinerà le operazioni di soccorso.

Estintori
Sono delle bombole destinate allo spengimento di fuochi mediante emissione autonoma di prodotti atti a soffocare o in qualsiasi modo spegnere i fuochi stessi.

Cassetta dei medicinali
Contiene il materiale necessario per interventi di primo soccorso.

Life line
Letteralmente linea della vita, è una cima distesa in coperta e saldamente fissata a prua e a poppa, a cui agganciare il moschettone della cintura di sicurezza durante manovre con cattivo tempo.

Segnali di soccorso
Sono i dispositivi quali fuoco a mano, razzo paracadute, boette fumogene e trombe acustiche utili per segnalare a terzi una situazione di pericolo presente sull'imbarcazione.

Zattera di salvataggio
Dotazione di sicurezza obbligatoria per tutte le barche abilitate alla navigazione oltre le 6 miglia dalla costa; è il mezzo collettivo di salvataggio e per questo deve poter ospitare tutte le persone imbarcate; normalmente si tratta di un battello pneumatico e autogonfiabile, contenente particolari dotazioni per permettere la sopravvivenza in caso di naufragio.

In più sarà bene che si rispettino le seguenti regole:
  • non eseguire nessuna operazione senza aver bene in mente come eseguirla nel modo corretto;
  • chiedere sempre al comandante se si hanno dei dubbi;
  • non prendere l’iniziativa senza comunicarlo al comandante ed ai compagni.